Lo smalto semipermanente: senza dubbio pratico, ma…

Una estetista coscienziosa dovrebbe certamente occuparsi della bellezza e, al tempo stesso, preservare anche la salute delle proprie clienti. Purtroppo, però, da diversi anni molte delle mie colleghe applicano lo smalto semipermanente senza informare degli effetti collaterali che tale trattamento può avere. Lo smalto semipermanente ha l’indubbio vantaggio di durare almeno tre settimane, ma per essere eliminato è necessario servirsi di solventi estremamente aggressivi o, in certi casi, fare uso addirittura di mezzi meccanici: il risultato è un’unghia frastagliata a causa dello sfregamento. Inoltre le lacche contengono il formaleide, una sostanza che, oltre ad essere tossica, provoca ingiallimento. Per far asciugare questi tipi di smalto è poi necessario l’uso di lampade particolari le quali, a lungo andare, possono danneggiare la lunula, una zona molto delicata che si trova alla base dell’unghia. Per limitare i danni sarebbe quindi consigliabile far passare una-due settimane fra una stesura e l’altra. Tenendo conto di tutto ciò, siamo proprio certe che valga la pena farsi applicare lo smalto semipermanente? Non sarebbe forse più sicuro tornare a quello tradizionale, non completamente innocuo ma certamente meno dannoso?